Bandi di finanziamento, quale opportunità per le imprese?
La disponibilità dei fondi europei di Horizon 2020, insieme all’attivazione in molte regioni italiane dei bandi POR-FESR, suggerisce una riflessione sulle opportunità di finanziamento.
Nella complessità della gestione operativa, commerciale, economica e finanziaria, la navigazione delle imprese appare piuttosto determinata dai rischi e dalle prospettive imminenti, quand’anche fosse orientata da una visione strategica di obiettivi lontani.
In tale complessità la partecipazione ad un bando pubblico di finanziamento alle imprese può apparire come una divagazione dagli impegni immediati, una sottrazione di energie altrimenti utili alla navigazione.
Molti elementi, non tutti soggettivi, possono concorrere a rafforzare tale sentimento:
- la difficoltà di accedere alle informazioni
- la laboriosità della presentazione della domanda
- l’eventuale sfiducia circa i criteri di attribuzione
- l’incertezza dei tempi di attuazione e di finanziamento.
Il risultato è che spesso le imprese, soprattutto le piccole e medie, desistono dall’intraprendere un percorso incerto. Così, paradossalmente, l’Italia ridistribuisce solo una porzione dei finanziamenti europei che le sono destinati. Si può dibattere se ciò sia dovuto ad un difetto della domanda o ad un difetto dell’offerta; di certo però in tutti i bandi emessi il valore delle richieste delle imprese supera di gran lunga quello delle risorse economiche messe a disposizione, segno che l’attenzione può e deve crescere con l’offerta.
Comunque sia, a caratterizzare l’offerta attuale è l’estrema varietà: i bandi differendo naturalmente per la natura dell’ente banditore ed erogatore, per le finalità del finanziamento e per le modalità di gestione. L’ente può avere una copertura locale (più spesso regionale), nazionale o europea. Il finanziamento può essere destinato a potenziare le infrastrutture, promuovere la formazione e l’aggiornamento, incentivare l’occupazione, ridefinire ed ottimizzare i processi aziendali, concepire e realizzare progetti di Ricerca e Sviluppo; può assumere la forma di prestito a tasso agevolato o di contributo alla spesa. Tale estrema varietà, cui corrisponde il più delle volte analoga varietà formale dei bandi, nasconde però una sostanziale omogeneità: in tutti i casi ci sono obiettivi da dichiarare, costi da prevedere per raggiungere gli obiettivi, rendicontazioni da fornire per dimostrare i costi.
L’accento va posto sugli obiettivi. Sono gli obiettivi quelli che devono determinare la partecipazione di un’impresa ad un bando di finanziamento, non quelli tattici della navigazione a vista, ma quelli strategici del porto da raggiungere: obiettivi che possono giustificare l’impegno ed i tempi di una partecipazione dall’esito incerto. Vale la pena postulare un finanziamento per un’iniziativa, un’attività, un progetto che comunque l’impresa realizzerebbe o vorrebbe realizzare per il proprio sviluppo. La partecipazione di un’impresa che abbia come sola finalità la ricerca di fondi, a prescindere dagli obiettivi aziendali, sarebbe sterile, sarebbe grano sparso sui sassi e non produrrebbe nessuno sviluppo: sarebbe, in ultima analisi, sperpero di denaro pubblico, fosse pure lecitamente acquisito.
Un finanziamento che consenta o amplifichi una specifica possibilità di sviluppo è una vera opportunità per l’impresa, che deve essere tentata. Un finanziamento a pioggia può dilavare il terreno, un finanziamento mirato può irrigare un campo.
Certo, resta la questione della difficoltà informativa e della complessità procedurale, fino al paradosso dei bandi che sembrano concepiti per rendere più arduo l’accesso ai fondi disponibili. Per questo ci si può anche affidare ai servizi di specialisti, istituzionali o privati, che possano assistere le imprese. Ciò che conta non è solo che l’esperto risolva le complessità formali, ma che assecondi ed accompagni anche gli obiettivi di sviluppo dell’azienda, senza sostituirsi ad essa.